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Volontà di aggiornamento, quanta ?

Convegno ridotta

Si parla tanto di formazione come unica via per rimettere nel mercato del lavoro chi, per problemi di esubero o di chiusura aziendale, deve in qualche modo aggiornare le sue competenze per essere in linea con le richieste di mercato. Dalla mia posizione di dirigente di un' associazione di categoria di lavoratori autonomi, però, vedo nei colleghi una scarsa voglia di aggiornamento professionale.

 

Più volte abbiamo detto e scritto che bisogna preparare tre fasi del lavoro: quella attiva, che è il lavoro quotidiano del vendere i prodotti o i servizi della mandante; quella difensiva, che è la ricerca continua di mandati d'agenzia,alternativi o complementari a quelli in atto; e quella di prospettiva, che è il continuo modificare, migliorandolo, il nostro modo di lavorare. Per quest' ultima fase l'attività principale è indagare i vari siti internet, convegni, corsi di aggiornamento professionale, o anche la semplice attività di scambio, oserei dire culturale, d'opinione, d'informazione, di confronto con i colleghi di lavoro. Proprio dall' attività di organizzatore di corsi professionali di aggiornamento mi arrivano molte perplessità, per non dire delusioni. La loro frequentazione innanzitutto: sono sempre le "solite facce" a parteciparvi o, meglio, i "soliti 4 gatti". L'effetto "follow up" poi di questi corsi è percepibile solo nelle solite persone molto attente alla gestione della loro professionalità, e il paradosso è che le persone attente alle esigenze dell'aggiornamento continuo sono quelle che meno ne avrebbero bisogno! Ho in mente la strategia che sta sviluppando un caro amico e collega, che sta riorganizzando la vita professionale ponendosi l'obiettivo di migliorare il rapporto fra tempo investito e ritorno economico, mantenendo costante il secondo termine. Avete capito bene. Sta cercando di generare tempo libero, per sé e per la famiglia, mantenendo costante il livello economico, ritenendo che quello raggiunto sia più che soddisfacente. Se ripenso alla mia situazione personale e alla relativamente breve esperienza di venditore, vedo che i cambiamenti sono stati a dir poco impressionanti, sia in termini personali, ogni giorno imparo qualcosa sul campo,sia in termini di mezzi. Dal primo apparecchio, il telefax, che è andato in soffitta più di dieci anni fa, sostituito dal fax via internet, sono arrivato allo smartphone, che sostituisce pure, in molti casi, la borsa 24 ore. La posta elettronica poi ha sostituito molte telefonate e, addirittura, costituisce un mezzo per aprire il campo (gli intenditori sanno cosa vuol dire). Agende elettroniche online e social network completano poi il ventaglio di mezzi tecnologici a disposizione dinoi agenti del terzo millennio. Il dubbio, molto inquietante, rimane: quanto voglia c'è, nella categoria che rappresento, anche ai livelli istituzionali, di rimettersi in gioco o, più semplicemente, di rimanere in linea con l'evoluzione della specie ? Mah! è l'unica risposta che mi viene in questo preciso istante. Personalmente l'ho tradotto con un semplice quesito: sto facendo il meglio per rimanere aggiornato? Qualcuno ha detto che lo stolto ha sempre ragione e l'intelligente ha sempre dei dubbi. Nel frattempo che qualcun altro risponderà, io ho già fattoun paio di convegni, un corso d’ inglese,scritto decine di mail e fatto un sacco di telefonate per confrontarmicon colleghi. Per non parlare poi dei pensierini notturni su cosa e come lo farò domani mattina. E per concludere, come vuole ogni riflessione,se volete, la morale: un arrivederci al prossimo corso o convegno,sempre che non abbiate qualcosa di più necessario e redditizio da fare o una scusa da darvi per non partecipare.

Andrea Maddalena