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Indennità per la cessazione del rapporto

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Dopo un periodo nel quale ho operato quale agente individuale, ho proseguito il rapporto, con il consenso della ditta, quale società di accomandita semplice nella quale sono l'unico a svolgere l'attività. Avendo conseguito il diritto alla pensione, ho cessato il rapporto chiedendo le relative indennità per tutta la durata del rapporto stesso, che però la ditta mi nega affermando che non ho diritto.

L'unicità del rapporto di agenzia, stante il consenso della preponente non è in discussione.

Il problema però si pone sotto il profilo del soggetto del contratto cui attribuire la risoluzione del rapporto. E' indubbio che esso va individuato nella persona giuridica (la società in accomandita semplice) e non nella persona fisica (l'accomandatario). L'agente è la società e non il suo amministratore, anche se è quest'ultimo soltanto che effettua la prestazione lavorativa, e pertanto non si concretizza la fattispecie prevista sia dall'accordo economico collettivo sia dall'art. 1751 c.c., la quale prevede che sono dovute le indennità anche in caso di dimissioni. Entrambe le normative infatti si riferiscono ad età, infermità e malattia che possono riguardare solo una persona fisica. La concessione anche in caso di recesso per cause riguardanti l'amministratore e non la società dovrebbe essere prevista esplicitamente.

Massimo Azzolini