Consigliabile il periodo di prova
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- Pubblicato 05 Ottobre 2014
E' diffusa la convinzione negli agenti che il periodo di prova inserito nel contratto contenga un pregiudizio di sfiducia e anche il proposito di sfruttare per un periodo di tempo le conoscenze dell'agente per acquisirne la clientela e poi chiudere il rapporto. In genere l'accetta, volentieri o obtorto collo, l'agente agli inizi mentre l'agente esperto tende ad attribuirlo alla tirannia del più forte. Ma è proprio così ? Vediamo il caso di un agente che ha stipulato un contratto di agenzia con una nuova casa mandante. Come spesso accade, grandi bei discorsi iniziali, grandi promesse, grandi opportunità di sviluppo, grandi guadagni.
Già dalle prime settimane quella mandante si rivela non essere affatto ciò che prometteva: zona difficile in cui erano passati "mille" altri agenti prima, prezzo dei prodotti fuori mercato, ritardi di consegna, totale indisponibilità a piccoli investimenti (campionature, sconti extra, dilazioni di pagamento, ecc): insomma quell'agente capisce dopo due mesi di aver sbagliato e intende chiudere il rapporto.
Da rilevare che il preavviso, indicato nel contratto di agenzia stipulato tra le parti è conforme A.E.C. e quindi, sia per il settore Commercio, sia per il settore Industria è di 5 mesi già da subito, per l'agente monomandatario.
Ecco quindi un bel dilemma.
Se l'agente dà la regolare disdetta con preavviso deve effettuare un preavviso di ben 5 mesi, in pratica non percepisce proventi per un periodo troppo lungo.
Se dà la disdetta senza preavviso la mandante gli può addebitare l'indennità sostitutiva del preavviso trattenendola dalle provvigioni maturate e maturande oltre alle ulteriori mensilità.
Se dà la disdetta per giusta causa, deve dimostrare i gravi inadempimenti della mandante e può non essere agevole.
Ecco, tutto questo pasticcio sarebbe stato evitato se il contratto avesse previsto quei 3/6 mesi di patto prova in cui le parti possono risolvere il rapporto senza alcun preavviso.
A volte l'agente ritiene che il periodo di prova sia una condizione sfavorevole, invece si rivela utile per capire se l'azienda fa veramente al caso proprio.
Naturalmente tale periodo di prova è utile anche alla mandante per capire se quell'agente è veramente la figura richiesta.
Il consiglio quindi è quello di far inserire sempre un periodo prova, la durata ideale è di 6 mesi, in quanto 3 mesi pare un periodo troppo breve anche per "testare" i pagamenti provvigionali; al contempo 9-12 e più mesi, oltre ad essere un periodo oggettivamente eccessivo, diventano di dubbia legittimità in quanto clausola tendenzialmente vessatoria.
Massimo Azzolini